Le scarpe antinfortunistica antistatiche sono parte integrante della gamma di DPI fondamentali in diversi contesti.
Essenziali in tutti gli ambienti in cui vi è un rischio elettrico, questa tipologia di calzatura presenta alcune caratteristiche tecniche mirate a proteggere l’operatore.
In commercio si trovano numerosi modelli, ognuno con peculiarità e certificazioni specifiche.
In questo articolo del Punto Sicurezza scoprirai le caratteristiche principali della scarpe antinfortunistica antistatiche.
Cosa sono le scarpe antinfortunistica antistatiche?
Parte integrante del corredo degli indumenti protettivi da lavoro, questa tipologia di calzatura è studiata per scongiurare il rischio di shock elettrici.
Fondamentali in diversi ambiti lavorativi, queste scarpe sono disponibili in abbinamento a qualsiasi tipologia di classe di sicurezza.
Facilmente riconoscibili tramite la marcatura A (Antistatic) presente in etichetta, queste scarpe presentano una struttura specifica per la suola e la tomaia.
Questa struttura isola l’operatore scaricando a terra la corrente, il tutto con l’obiettivo di limitare al minimo le scariche di corrente.
In diversi casi, la sola antistaticità non rappresenta un grado di protezione adeguato, per ovviare a ciò, esistono le varianti ESD.
Scopri di più a riguardo nel prossimo paragrafo.
Come funzionano le scarpe antistatiche ESD?
Regolamentate dalla norma EN ISO 20345:2011, le scarpe con dicitura ESD vantano una protezione da elettricità di alto livello.
Ciò è possibile grazie ad un’importante caratteristica: la capacità di scaricare a terra, in maniera costante, l’elettricità statica accumulata dal corpo dell’operatore.
Il range operativo delle scarpe ESD è notevole, in quanto varia tra i 100 Kiloohm e i 35 Megaohm.
L’eliminazione delle cariche elettrostatiche elimina il rischio di improvvise scariche di corrente, ciò permette di lavorare in condizioni di sicurezza in presenza di materiali infiammabili.
Inoltre, anche l’utilizzo di componenti elettroniche risulta più sicuro.
Sul posto di lavoro è estremamente facile accumulare elettricità statica, questa può formarsi:
- Spostando contenitori di plastica;
- Sfregando il corpo su tessuti sintetici;
- Srotolando nastri in PVC.
Conoscere le scarpe antistatiche e il significato della sigla ESD permette di scegliere il prodotto migliore, in base al contesto lavorativo.
Continua a leggere per comprendere meglio quando è il caso di scegliere un semplice modello antistatico o una calzatura ESD.
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Calzature antistatiche o ESD? Quale scegliere
Come riportato in precedenza, le scarpe antinfortunistica antistatiche bloccano l’accumulo di cariche elettriche, una caratteristica fondamentale per lavorare in sicurezza in diversi ambienti.
Quando si lavora con apparecchi sensibili alle scariche elettrostatiche, i modelli ESD diventano necessari per garantire la sicurezza dell’operatore e, allo stesso tempo, l’efficienza dei macchinari.
Oltre ai componenti elettronici, le ESD impediscono la formazione di focolai, causati dall’innesco di materiali altamente combustibili.
Mentre la scarpa antistatica fornisce una protezione “basilare”, la ESD è da ritenersi obbligatoria in caso di:
- Utilizzo di microchip e circuiti elettrici sensibili;
- Verniciatura;
- Lavori di laboratorio;
- Servizi medici;
- Vicinanza a sostanze infiammabili.
Oltre alle proprietà antistatiche, una buona scarpa antinfortunistica deve garantire protezione al piede da lacerazione o schiacciamento.
Il tutto a fronte di tutto il comfort necessario, per lavorare in condizioni ottimali anche diverse ore consecutive.
Al Punto Sicurezza troverai un’ampia gamma di scarpe da lavoro potendo contare sull’alta qualità del brand U-Power.
Contattaci e ti aiuteremo a scegliere la calzatura antinfortunistica più adatta alle tue esigenze.